martedì 3 marzo 2015

Orcadi - Secondo Giorno

Il secondo giorno arriva inesorabile e, nonostante pennichella e dormita, si sente ancora un leggero strascico della notte insonne.
La tappa per oggi è la costa Nord-Ovest, ovvero la parte diametralmente opposta a quella di ieri.
Dopo una frugale colazione partiamo all'avventura.
Prendiamo la A965 in uscita da Kirkwall e successivamente prendiamo la A966.
Questa parte dell'isola è principalmente dedita all'agricoltura e pertanto, a farci da sfondo, ci sono solo terreni e muretti a secco.
Non abbiamo una meta ben precisa ma seguiamo il mio atlante stradale della AA che ci indica le cose da vedere sotto forma di piccole icone colorate.
Il primo di questi punti è chiamato Brough of Birsay.
Quando arriviamo a destinazione e parcheggiamo la macchina ci troviamo a ridosso di una piccola scogliera che scende lentamente verso una spiaggia fatta di sassi.





La spiaggia risale in prossimità' di un'isola di roccia sulla quale si distingue qualche struttura non meglio identificata,
Su questa isola tidale si trovano i resti di un insediamento dei Picti e successivamente della dominazione dei Vichinghi.
L'isola è raggiungibile con la bassa marea tramite due passerelle in cemento costruite appositamente per l'accesso dei turisti.



Giusti dall'altro lato spicca, su tutte le strutture, una casetta in pietra che è l'unica costruzione integra dell'isola (Faro a parte).
Non è che la biglietteria che tuttavia, in questo periodo, è chiusa.
Pertanto ingresso gratuito.



Guardando verso la terraferma e poi tutt'intorno non si può fare a meno di pensare a come fosse suggestivo vivere su questa roccia circondata dal mare.
La passione e la dedizione nel sopravvivere con le proprie limitate risorse ha sicuramente segnato nel profondo chi ha vissuto qui.
Fra i resti dell'abitato spicca sicuramente la chiesa ti tipo romano costruita al tempo della dominazione vichinga.






Ci sono anche i resti di un pozzo e un monolite decorato risalenti ai Picti.
In realtà il monolite è una ricostruzione come si legge dalla targhetta li accanto.





La fauna è incredibile e su tutto domina la presenza e il canto di uccelli marini di ogni tipo.
Sferzate di vento ghiacciano il viso come lame taglienti e non c'è nemmeno il mare troppo agitato.
In pieno inverno e col mare in burrasca deve essere davvero una impresa notevole riuscire a sopravvivere qui.
Non solo fisicamente ma anche mentalmente.
Il desiderio di andare fino al faro ben presto svanisce anche grazie alla preoccupazione che salga la marea.
Pertanto ritorniamo alla macchina e continuiamo l'esplorazione nei dintorni scendendo verso sud.

Questa parte delle Orcadi è caratterizzata dalle alte scogliere ed è proprio su una di queste che si può vedere il Kitchener Memorial.
Per quelli che non lo sapessero Lord Kitchener è stato un grande generale britannico che si distinse nella guerra in Crimea. Energico e carismatico divenne comandante dell'esercito del regno unito durante la prima guerra mondiale.



La sua effige venne usata per i poster del reclutamento dell'esercito proprio in questo periodo e ancora oggi viene usata a scopo ironico su alcune t-shirt.
Kitchener ebbe un ruolo fondamentale nel decretare ritiro delle forze da Gallipoli evitando altri inutili spargimenti di sangue.
Purtroppo la sfortuna volle che Lord Kitchener non vide la fine della guerra ma rimase vittima dell'affondamento della HMS Hampshire che lo stava trasportando in Russia per una missione diplomatica.
Proprio qui, al largo delle coste delle Orcadi, una mina posata dal sommergibile tedesco U-75 fece affondare la nave.
Oggi, al piccolo parcheggio che precede il sentiero che porta alla torre eretta per ricordare questo evento, è possibile vedere uno dei cannoni della HMS Hampshire che è stato recuperato dal relitto per ricordare la tragedia.



La passeggiata che porta al monumento merita di essere fatta in quanto, giunti vicino alla torre, si può godere di una visuale magnifica sulla parte più selvaggia della costa perennemente esposta alle onde che vi si infrangono contro.
Da qui si ha proprio la percezione di quanto le Orcadi siano realmente isolate dal resto della Scozia.
Mare a perdita d'occhio e nient'altro.






La torre di per se non ha nessuna particolarità e serve solo a ricordare la tragedia.
Non è nemmeno possibile salirci sopra anche se prima era evidentemente possibile come si vede da uno dei lati che presenta un ingresso murato.





La nostra visita continua verso sud sulla B9056 per vedere una delle attrazioni più importanti della zona: Skara Brae.
Il villaggio neolitico qui preservato è uno dei migliori mai scoperti al punto da essere patrimonio dell'Unesco.
La storia di Skara Brae è peculiare.


Infatti non si sapeva della sua esistenza fino al 1850 quando, dopo una violenta tempesta che colpì l'isola, parte della spiaggia venne rimossa portando alla luce una sezione del villaggio che negli anni successivi venne completamente scavato e trasformato in museo.
La visita vale sicuramente la pena perché oltre a poter passeggiare fra i resti delle abitazioni, il museo è ricco di reperti interessanti e soprattutto si ha la possibilità di vedere una replica di una delle abitazioni neolitiche ricostruita alla perfezione.
Questo, secondo me, è sicuramente uno dei motivi principali per visitare il posto.
Non capita spesso di vedere una ricostruzione di una casa neolitica ne tanto meno visitarne una in cui tutto, ingresso compreso, è stato ricostruito come all'epoca.
Per la fattispecie bisogna quasi entrare in ginocchio per un lungo corridoio.










Gli ingressi infatti cercano di essere molto piccoli per limitare la dispersione di calore e l'ingresso di aria fredda.
Ci sono anche molte sessioni interattive per i bambini che possono stimolare l'interesse anche nei più piccoli, come avviene per la maggior parte dei musei britannici.
Uscendo dalla abitazione ricostruita si può visitare tutto l'insediamento a piedi sotto l'occhio vigile dei curatori che evitano che si entri nelle abitazioni e allo stesso tempo forniscono informazioni aggiuntive e sono molto ben preparati.
















É davvero un ottimo spaccato di vita dell'uomo in epoche remote e sicuramente è stimolante vedere come con semplicità e ingenuità l'uomo risolvevana i problemi della quotidianità già millenni fa.
Uscendo dal retro del museo si passa vicino alla Skaill House, una delle ville più belle dell'isola che , ovviamente dato il periodo, è chiusa.



Tornati al parcheggio facciamo una sosta mangiando pane e formaggio locale compranti in un negozietto lungo la strada. Altro che ristorante! Il vero sapore delle Orcadi sta nei prodotti tipici locali!
Qui vicino fra l'altro c'è anche la Orkney Brewery, birreria fra le più famose in Scozia per la loro ale.
L'etichetta delle loro birre rappresenta quasi sempre il simbolo per eccellenza delle Orcadi: Il cerchio di Pietre di Stenness.
Queste pietre vengono anche usate come icona del whisky prodotto sulle isole ed uno dei migliori in Scozia: Highland Park.
Decidiamo quindi di visitare queste pietre erette.
Prendiamo la B9055 e , poco prima di arrivare a destinazione, vediamo un cerchio di pietre ben più largo sul lato destro della strada.
Il cerchio, terzo per grandezza e quasi coetaneo di Stonehenge, è munito di un parcheggio e lo si può raggiungere tramite un sentiero sterrato.
Alcuni punti sono un po fangosi ma un giro tutto intorno a cerchio è sicuramente d'obbligo.














Pensare a questo posto senza nessun segno di civiltà attorno e magari in una notte stellata, doveva avere un grande ascendente sulle persone che qui veneravano le loro divinità 4 millenni fa.
Ancora oggi, anche se poche pietre sono ancora in piedi, se ne percepisce l'imponenza.
Con i sui 100 metri di diametro era sicuramente un opera moto complessa anche dal punto di vista edilizio per l'epoca.
Proprio per questo motivo quando completiamo il giro e ci spostiamo a vedere le pietre di Stenness, il feeling di meraviglia che si ha è molto attutito.









Le pietre che dovrebbero essere quelle più famose sembrano 4 sassi confrontati al Cerchio di Bodgar appena visto.
Inoltre il fatto che siano molto vicine alle strada non danno lo stesso senso di venerazione e raccoglimento del precedente monumento.
Tuttavia una foto va fatta e sopratutto il mini altare di pietra posto al centro del cerchio, ricorda una immagine di sacrifici e rituali esoterici che forse rende di più l'idea di mistero.


Il simbolo delle Orcadi tuttavia ha la sua importanza e altre strutture qui vicino sono chiaro segno di quanto fosse importante questa zona per gli uomini dell'antichità.

Una foto per immortalare io e il mio compare nella nostra visita al cerchio e poi via verso Kirkwall



La giornata sta volgendo alla fine e ben presto il sole scenderà oltre le colline.
Con gli occhi e il cuore carichi di emozioni e ricordi è ora di puntare verso Kirkwall, verso l'ennesima pinta al The Reel, per sentire un po di musica e lasciare che i neonati ricordi si possano imprimere a fuoco nella mente e nell'anima.