Le Orcadi, assieme alle Shetland e alle Ebridi
Esterne, sono le mete più remote della Scozia.
Il distacco non è solo fisico, con più di un ora di
traghetto dalla terraferma, ma anche mentale.
Sono vere e proprie comunità a parte.
In teoria si potrebbe aggiungere a questo elenco
anche le isole di Islay, Jura, Coll, Colonsay e Tiree.
O magari il trittico Eigg, Rum e Muck.
Tuttavia nessuna di queste suscita, sia nella mente
del turista che in quella dello scozzese, l'idea della lontananza.
È la differenza fra il pensare di visitarle e
il decidere di visitarle che porta le persone a destinazione.
Infatti bisogna organizzarsi con traghetti più
costosi che per le altre mete (specie se si va in macchina) e con
prenotazioni per tempo dei posti dove soggiornare.
Importante è anche la scelta del periodo, ma visto
che la Scozia è altresì famosa per avere tutte quattro stagioni in
una giornata sola, non c'è garanzia di un periodo di bel tempo ne
certezza in un periodo di piogge.
Bisogna buttarsi.
Una volta deciso bisogna pensare a come arrivare a destinazione.
Per raggiungere le Orcadi ci sono due traghetti che
collegano l'isola principale alla terraferma.
La tratta più lunga parte da Aberdeen e la più
corta parte da Scrabster, vicino a Thurso, nell'estremo nord della Scozia.
Personalmente la mia scelta è stata quella di
partire da Scrabster.
Approfittando di un week end lungo di vacanza lascio
Glasgow verso le 4 di Venerdì pomeriggio e punto in direzione A9,
l'autostrada che porta a Nord.
Passo Stirling, Perth, Avimore e poi su fino a
Inverness.
Una breve sosta per un panino nella capitale delle
Highlands e poi ancora su passando il Kessock
Bridge, simile al Forth
Road Bridge, seguendo sempre le indicazioni A9.
Distillerie e piccoli paesini si susseguono in
continuazione.
Fra Evanton e Alness do un occhio alla mia sinistra,
non appena gli alberi si diradano, e cerco di vedere il Fyrish
Monument.
Il monumento merita una nota.
È stato costruito nel 1782 su Fyrish Hill su
richiesta di Sir
Hector Munro, Ottavo Signore di Novar (Laird sarebbe
il termine corretto che in italiano vuol dire letteralmente
proprietario terriero).
Sir Hector era un soldato britannico che servì Sua
Maestà come nono comandante in capo dell'India dal 1764 al 1765.
Quando nel 1782 la situazione economica nel nord
della Scozia non era delle migliori, decise di creare il Fyrish
Monument per dare del lavoro alla gente del posto.
Il nobile gesto non fu comunque dedicato alla
costruzione di una struttura astratta ma bensì alla creazione di una
replica della porta della città di Negapatam
che, nel 1781, Sir Hector conquistò per conto della Gran Bretagna.
Si dice che da qui ci sia una vista stupenda sul
Cromarthy Firth
sottostante ma potrò confermarlo solo quando riuscirò ad andarci.
Continuando il viaggio verso Nord passo Tain con la
famosa distilleria del Gelnmorangie
che è ritagliata in uno spazio relativamente piccolo fra strada e
costa.
Continuando si passa il Dornoch
Firth Bridge e dopo poco si arriva a Golspie.
Seguendo la strada che attraversa il paese non posso
non ricordarmi che a breve, sulla destra, comparirà uno dei castelli
più belli e forse meno conosciuti della Scozia: il Dunrobin
Castle.
È comprensibile che sia così visto che è lontano dalle normali rotte turistiche.
Tuttavia il castello è famoso per essere il palazzo più grande nel nord della Scozia e per i suoi giardini che riprendono lo stile
del Palazzo di Versailles.
È anche famoso per essere stato il set di alcune
scene del film Barry
Lyndon di Stanley
Kubrik e Winter Solstice tratto dal romanzo di Rosamunde
Pilcher.
Lasciandoci alle spalle Golspie la strada prosegue,
con le sue salite e discese vicino al mare, fino a Latheron.
Sarebbe bello continuare verso Wick e magare fare un
salto alla distilleria dell'Old
Pulteney ma invece bisogna procedere seguendo la A9 in direzione
Thurso.
Tuttavia questa è una splendida notizia per gli
amanti delle natura.
Infatti da qui fino a destinazione si segue una
strada quasi rettilinea in mezzo ad una Scozia quasi incontaminata.
È vero, a metà strada c'è un gruppo di pale
eoliche sulla sinistra (Causemyre Wind Farm), ma devo ammettere che personalmente non
stonano con il panorama e la combinazione di assenza di edifici e le
pale è quasi surreale.
Merita una foto dalla giusta angolazione in base a
dove soffia il vento.
In questa brughiera i colori sono il verde scuro
degli sparuti gruppi di piante, il marrone dei cespugli di rovi e della
terra coltivata e infine il verde smerlando dei prati al sole.
Si giunge infine a Thurso, un centro abitato che conta circa 8000 abitanti ed è la città più a nord della Gran
Bretagna.
Le sue origini sono profondamente radicate nel
periodo di dominio norreno della zona da cui prende la radice anche
il suo nome.
Il centro è minimale ma ben tenuto con la vecchia St
Peter Kirk come unico monumento un po' datato infatti il centro del
paese risale al diciannovesimo secolo.
Una centrale nucleare in zona aveva portato la
popolazione locale a circa 12000 individui negli anni 60 e 70 ma dopo
la sua chiusura la popolazione è decisamente diminuita.
Tuttavia non mi fermo qui per la notte.
Continuo sulla A9 in direzione Scrabster e,
giunto nel piccolo porto, parcheggio di fronte al Pub Popeyes
(parte del Ferry
Inn).
È tardi, sono quasi le 11 e c'è poca gente nel pub
ma prima della chiusura ho il tempo per un paio di pinte.
Il pub è carino con un aria quasi sofisticata
considerando le aspettative che avevo.
Pulito, ben arredato e con un tavolo da biliardo nel
centro.
Musica bassa e la televisione che passa le notizie 24
ore su 24 senza audio ma con i sottotitoli.
Quattro chiacchiere con la barista e un paio di signori del posto e presto arriva
l'ora di chiusura.
Esco dal pub ed entro in camera da letto,
ovvero la macchina.
Infatti arrivando così tardi la sera e avendo il
traghetto alle 7 il mattino dopo (considerando che bisogna mettersi
in coda 30 minuti prima per imbarcare la macchina), decido di
dormire in macchina e risparmiare i soldi di un B&B per qualche
ora.
Non è una scelta che raccomando visto che comunque,
prenotando per tempo, ci sono un sacco di posti anche all'interno del
porto dove dormire.
Ad ogni modo di notte il porto è totalmente desolato.
Non passa quasi nessuno, nemmeno camion legati alla
pesca locale.
Lo sciabordio delle onde che si infrangono pigramente
sui moli dovrebbe conciliare il sonno ma non è così e la notte
passa lenta a cavallo del dormiveglia.
Il mattino dopo alle 6 e 30 suona la sveglia e , come nel più classico dei casi, mi sveglia proprio quando avevo finalmente preso sonno. La vista del porto illuminato dalle prime luci dell'alba è magnifica.
Questa è la prima volta che prendo un traghetto
della Northlink Ferries.
Quello in questione si chiama MV Hamnavoe ed è molto più grande confronto a quelli a cui sono
abituato della Calmac.
Quasi subito cominciano le procedure di imbarco e
oltre a me non ci saranno più di una decina di auto e 3 camion.
Lentamente attraverso la pancia d'acciaio del
traghetto fino alla gigantesca porta frangiflutti frontale.
Parcheggiare la macchina e salire i ponti del
traghetto è una sensazione celestiale con la promessa delle
spettacolo che il mare ha da offrire.
Questo effetto va moltiplicato dieci volte di più
quando si desidera disperatamente una colazione con tanto di
cappuccino.
Mi lascio la macchina alle spalle con il buon umore
che aumenta alla promessa di qualcosa di caldo.
E così, con due occhiaie pazzesche, una notte in
bianco alle spalle, e un disperato bisogno di caffeina, risalgo le
strette scalette del ponte veicoli per poi trovarmi su quelle più grandi che portano al ponte principale alla ricerca disperata del
ristorante.
Sono stanchissimo e nella mia testa ronza
incessantemente un quesito: avrò davvero fatto bene a non prendermi
un B&B?
Non lo so ma non importa perchè adesso non sto già più nella pelle all'idea di vedere le Orcadi!
Non lo so ma non importa perchè adesso non sto già più nella pelle all'idea di vedere le Orcadi!