giovedì 28 febbraio 2013

Ebridi Esterne - Terzo ed Ultimo Giorno



Il terzo e ultimo giorno è giunto con l'inesorabilità classica di tutte le cose belle della vita destinate a finire sempre troppo presto.
Tempo di programmare l'ultima uscita e le ultime bellezze da vedere di questo posto cosi lontano dalla routine e cosi vicino a quello che vorremmo a volte: la pace dell'isolamento dalla vita di tutti i giorni.
Che lo si ammetta o no tutti quando vengono qui vorrebbero viverci per la pace, i ritmi lenti, il senso di comunità e il distaccamento da tutte quelle cose materiali.
Ma tutti sanno che alla fine della permanenza ,specie nel periodi di bassa stagione come questo, è bello tornare alla vita e alla civiltà.
Una delle ipocrisie dell'uomo moderno.
Tornare a internet e alla vita socio-virtuale che è va a braccetto coi lavori da ufficio e i social forum.
La paura di abbandonare tutto si fa grande e i sacrifici di vivere su un isola che avremmo fatto all'inizio ora sembrano ormai un ricordo lontano, inaccettabile.

Fatta questa parentesi è ora di pensare a dove andare.
Harris visitata tranne la Golden Road.
Lewis Nord Ovest , Sud Ovest e Stornoway visitate.
Rimangono un paio di spiagge non viste e segnalate sulla brochure.
La prima , famosa per la scacchiera (http://en.wikipedia.org/wiki/Lewis_chessmen), è la spiaggia di Uig (omonima alla cittadina su Skye da dove siamo salpati).
Pertanto partiamo alla volta della spiaggia andando verso Nord sulla ormai nota A859,deviamo sulla A858 e infine la B8011
La strada, anche se secondaria, è quasi tutta a doppia corsia ed è molto viabile.
Inoltre la zona è abbastanza pianeggiante confronto al resto dell'isola.
Passiamo la deviazione per la Costal Scenic Route di Mihabhaig che abbiamo intenzione di visitare nel pomeriggio e continuiamo fino al paese di Aird Uig.
Il paese è spento, sembra morto ma è solo addormentato.
La colpa è , come per tutto il viaggio, della bassa stagione.
A tratti sembra uno di quei comuni montani del nord italia arroccato su una collina.
Poi si trasforma in zona di abbandono e finisce con un parcheggio con sue di quelle case su ruote.
La strada è chiuda sa un cancello e non è possibile continuare fino a quella che sembra una installazione militare in disuso.
Torniamo indietro verso Uig e passiamo di fronte alla scuola che è anche polo culturale del posto.
Continuiamo e seguiamo le indicazioni per la spiaggia e , quando prendiamo il sentiero che porta al parcheggio la prima cosa che notiamo sulla sinistra è una riproduzione in legno di uno dei pezzi della famosa scacchiera trovata su questa spiaggia.
Il re seduto sul trono è fatto di legno e accanto c'è una targa che racconta la storia del ritrovamento e della datazione.
Poco più avanti lasciamo la macchina e ci troviamo finalmente a pochi passa da una spiaggia bianca, forse la più fine di tutte, con l'estensione più grande fra tutte quelle viste.
Il compatto manto bianco si estende, grazie anche fino alla bassa marea, per circa un chilometro in lunghezza e mezzo in larghezza.
Si lasci ano pochissimo le impronte mentre si cammina e si capisce che quando la marea è al suo massimo questa zona è completamente coperta.
Poco più avanti, in direzione del mare., c'è un piccolo affioramento roccioso dal quale è possibile guardare da una posizione privilegiata tutta la spiaggia.
Li vicino la sabbia è viva e il vento la modella nel suo incessante lavoro e la trasforma in qualcosa di nuovo.
Piccole piramidi coniche spuntano ostinate a protestare contro quell'uniformità del paesaggio.
Il mare in lontananza è verde e azzurro come tutte le spiagge bianche tropicali.








Cerchiamo riparo in una stazione di servizio e scopriamo che non c'è nessun posto dove mangiare per chilometri, l'unica è tornare a Stornoway.
Lasciamo la spiaggia e andiamo verso la deviazione che abbiamo passato prima e svoltiamo.
Dalle foto su internet, da Google Maps e dalle guide che abbiamo sembra che qui ci siano ancora spiagge bellissime.
Poco dopo ci accorgiamo della verità e troviamo una fattoria di fronte ad una bellissima baia.
Saliamo invece di scendere per vedere da un punto panoramico lo spettacolo sottostante.
La scelta è sicuramente appagante. Dal punto di vantaggio che abbiamo possiamo immortalare il posto con l'ennesimo scatto.
Continuando lungo la strada si passano alcune case di pescatori con le nasse e qualche gommone coperto da teli per l'inverno. Come sempre non si contano più di 3 o 4 incontri con altre persone in tutta la mattinata.
Passiamo Kneep e salendo leggermente la strada curva e porta ad una discesa molto lunga che costeggia l'ennesima spiaggia da cartolina.
Parcheggio la macchina sull'erba li vicino e scendiamo perché anche questo ennesimo ammasso di sabbia spalmata lungo la costa merita di essere immortalato.
Lo ammetto , anche se bellissime forse sono troppe le spiagge di questo tipo per vederle e apprezzarle tutte.
è innegabile che quest'isola ne abbia a bizzeffe.
Scopriremo poi di aver mancato alcune ancora più caratteristiche a nord di Stornoway che si dice Kubrik abbia utilizzato per 2001 Odissea nello spazio.
Tuttavia l'interesse non sembra calare anche se ormai scendiamo solo per far la foto e non per passeggiare sulla spiaggia.
Tuttavia uno di noi si allontana e scompare.
Riappare solo quando scendo a livello della spiaggia e mi fa un cenno in lontananza.
La spiaggia era piena zeppa di conchiglie bivalve gigantesche , più larghe di una mano e di gusci di ricci di mare, bianchi e innumerevoli.
Scatta una raccolta frenetica che ci porterà ad avere una sacchetta della spesa piena zeppa.

Una foto tutti assieme per immortalare il posto e poi via verso Stornoway.
Lasciamo la sabbia bianca e calda nonostante il sole di febbraio e puntiamo verso Stornoway dove passeggeremo soltanto un po' alla ricerca di un posto dove mangiare ma troveremo tutto chiuso anche per l'ora. Infatti erano già le 3 e 30 quando arrivammo.
Ci resta solo da fare ancora qualche foto e poi via verso casa.

Non c'è molto da dire mentre torniamo verso Harris e poi verso Luskentyre.
Una piccola sosta per un paio di cose per cena e poi il viaggio continua lento.
Le musiche dell'album Wish You Were here mi fan pensare alla terza persona che avrei voluto fosse qui con noi in questo breve viaggio .
Il sole che tramonta e la colonna sonora chiudono tutti noi in un religioso silenzio e ognuno pensa e vive sensazioni diverse.
Intravedo il sonno a tratti dettato dalla strada che culla chi non guida e gli occhi gonfi di chi pensa a quanto già mancano questi posti e questa vacanza.

La sera, dopo cena non si ha voglia di staccarsi da Harris e si vorrebbe portarne via un pezzetto per se.
Perciò decido di fare un salto in spiaggia da solo e fare qualche foto di notte.
Nel silenzio assoluto solo il freddo pungente e lo sciabordio lento delle onde mi fa compagnia mentre cerco in qualche modo di strappare uno scatto al buio.
Dopo poco cedo per semi congelamento.
Tornato al cottage pero' mi impongo di scattare ancora qualcosa.
Complice il tempo lungo di esposizione e il fatto che potevo starmene in casa ad aspettare, mi porto a casa un altro paio di scatti da ricordare.
Son rimasto solo io in piedi e i miei due cari compagni di viaggio già dormono sonoramente.


E' stata una vacanza breve ma vissuta fino in fondo, col piacere comune di stare assieme e la gioia di condividere ogni istante.
Dedico l'ultima foto fatta a Callanish proprio a loro e alla compagnia bellissima che ci siamo fatti.
Grazie di cuore.


mercoledì 27 febbraio 2013

Ebridi Esterne - Secondo Giorno

Con la tappa più impegnativa del viaggio archiviata felicemente, il secondo giorno di viaggio si preannunciava più cauto e sopratutto locale.
Infatti per bilanciare l'importanza data a Lewis avevamo deciso di visitare alcune delle spiagge piu belle di Harris.
Prima fra tutte Luskentyre, dove avevamo il nostro cottage.
Per chiunque faccia una ricerca su Internet spesso si menziona Luskentyre fra le più belle per la sabbia bianca, il mare azzuro-verde e la totale mancanza di traccia dell'uomo.
Le poche case della zona infatti sono al di la di una duna molto alta di sabbia che fanno della spiaggia un angolo incontaminato.
Specie di notte quando la spiaggia risulta libera da qualunque forma di inquinamento luminoso ed è possibile godere di cieli stellati mozzafiato mentre nel sottofondo lo sciabordio delle onde culla i pensieri.
Inoltre ci sono un paio di avvallamenti perfetti per i campeggiatori che vogliono passar la notte in tenda.
Infatti queste due aree un po nascoste a meta fra il parcheggio e il mare sono asciutte e coperte su tre lati scongiurando le notti passate in balia del vento.
La sabbia bianca è composta per lo più da miliardi di conchiglie frantumate in granelli finissimi.
Le conchiglie stesse si trovano in quantità' abbondanti sul punto di massima dove arriva la marea.
Direttamente di fronte alla spiaggia c'è Taransay, una piccola isola sulla quale si distingue ancora qualche casa anche se l'isola è ufficialmente disabitata dal 1974 ed è la piu grande isola della Scozia non abitata permanentemente.
Arrivando sulla spiaggia dal parcheggio e seguendo il percorso, si giunge alla spiaggia e ci so trva subito di fronte la spiaggia, il mare e Taransay.
Sulla destra la spiaggia è delimitata da una collina rocciosa e sulla sinistra la spiaggia prosegue fino all'estuario di solito frequentato dai cockle pickers (raccoglitori di bivalve vendute poi a ristoranti e supermercati).
Le maree fanno la differenza sulla dimensione della spiaggia perciò un'occhiata alle maree prima di andare è vivamente raccomandata.
Per accedere alla spiaggia e per tenere fuori le pecore che pascolano liberamente (a volte anche sulla spiaggia stessa) c'è un cancello da superare.
Il piccolo parcheggio dove si lascia la macchina la macchina è in realtà un piccolo spiazzo con un cimitero accanto e una piccola toilette.







Lasciando Luskentyre prendiamo la strada verso sud: la A859.
La strada costeggia tutta la spiaggi a di Luskentyre e il suo estuario rimase sulla destra.
Appena prima che la strada lasci la spiaggia c'è una leggera salita, si passa un piccolo promontorio di roccia sulla destra e c'è un parcheggio.
Suggerisco di fermarsi li perché da questa posizione vantaggiosa è possibile vedere tutta la spiaggia di Luskentyre nella sua bellezza e fare una foto.
Guardano dalla parte opposta del parcheggio si può scorgere un'altra spiaggia di sabbia bianca.



Tuttavia poco piu avanti sempre lungo la strada, in prossimità dell'Isle of Hearadh Golf Club, c'è un parcheggio dove suggerisco di fermarsi per fare una foto alla spiaggia Faodhail an Taobh Tuath (non sono sicuro che sia il nome corretto ma è cosi che si trova cercando su Intenet).
Questa spiaggia vista da una angolazione di 90 gradi e da un punto di vista favorevole abbastanza in alto regala una serie di sfumature dal verde, vicino alla spiaggia fino al blu man mano che ci si allontana e si guarda al largo.
Sulla spiaggia diverse piccole dune danno davvero l'idea di posti non associabili alla Scozia.

Continuando giungiamo a Leverburgh dove si dice ci sia un famoso ristorante di pesce (ovviamente chiuso) e il traghetto per North Uist.
Piccolissimo villaggio con giusto un negozietto.
Continuando si arriva ad una icona della penisola di Harris: St Clement's Church.
La chiesetta costruita verso il 1520 per i capofamiglia del clan Mac Leods è dedicata al papa Clemente I.
Nella sua storia si alternano momenti di continua decadenza.
Più volte il tetto fu rifatto in ad incendi di diversa natura e la torre danneggiata da un fulmine.
Per un breve periodo fu anche abbandonata e usata come stalla per le mucche.

Leverburgh è il punto più a sud di Harris/Lewis.
Continuando verso nord sull'altro lato della costa si può prendere la Golden Road che per questioni di tempo decidiamo di saltare.
Descritta da molti come una delle single-track-road più suggestive, porta fino a Tarbert.

Dopo una salto a casa per il pasto e una rapida pianificazione, il pomeriggio ci porta alla scoperta della parte su ovest di Lewis, la strada B887, alla volta di Amhuinnsuidhe Castle.
La B887 parte poco dopo la fine di Tarbert ed è una diramazione della A859.
Se si ha la fortuna di prenderla verso il tramonto si può vedere come il sole infiamma di rosso la costa.
La strada non è delle migliori e , per fortuna, si incontrano pochissime macchine.
è una delle single-track-road peggiori fra quelle viste a causa della conformazione della strada alti dossi che impediscono la vista e pochissimo spazio ai lati.
Tuttavia anche i locali guidano molto piano in prossimità dei punti peggiori della strada.
La prima curiosità del posto è proprio vicino all'incrocio con la A859.
Infatti è possibile vedere la vecchia stazione baleniera dove venivano processati i cetacei per estrarne l'olio.
Oggi della imponente struttura di una volta rimane solo un'alta ciminiera e qualche muretto alla base.
La strada continua scendendo verso una insenatura e risalendo dalla parte opposta.
Nel punto più alto , oltre a godere di una eccellente visuale, è possibile arrivare molto vicino alla fauna locale e scattare qualche foto unica ai cervi che si trovano nelle varie aree dell'isola che spesso vengono a mangiare l'erba che cresce a bordo strada.

Continuando si giunge infine ad un cancello bianco in mezzo al quale passa la strada e che sembra demarcare una proprietà privata.
Lo ammetto, ero titubante perché nonostante il GPS dicesse di proseguire ci sembrava di entrare a casa di qualcuno.
L'enigma e presto spiegato.
La strada passa esattamente attraverso il il terreno privato del castello ed è di solo transito.
Non è possibile accedere ai giardini del castello ne parcheggiarvi all'interno.



Solo una volta passato l'arco che delimita la proprietà ad ovest, è possibile parcheggiare nel piccolo paese (letteralmente 4 case più un molo).
La vista anche della piccola insenatura che fa da porto naturale è suggestiva.
Sempre camminando sulla strada è possibile camminare vicino al castello il che da una percezione alienata di proprietà privata ma questa è la peculiarità del luogo.
Una breve visita e poi torniamo verso casa con le ultime luci del giorno.

















Prima di mettere via la macchina fotografica pero' faccio un ultima foto alla cascatella che costeggia la strada.
Un piccolo trucco fotografico et voila'!
Un altro ricordo da portare a casa!


Ebridi Esterne - Primo Giorno


Il primo giorno che ci si trova sulle Ebridi Esterne si vorrebbe fare un miliardo di cose e vedere tutto quello che c'è da vedere.
Tuttavia, anche se difficile, bisogna cercare di essere razionali e ottimizzare in base alle cose da vedere, le distanze, e le ore di luce a disposizione.
Febbraio e' sicuramente uno dei periodi migliori perché anche se non ci sono le giornate infinite che caratterizzano queste latitudini nel periodo estivo, non c'è quasi nessuno sull'isola e si può viaggiare, specie sulle single track road, con agilità e rapidità raggiungendo perciò i posti da vedere senza perder troppo tempo o essere in coda dietro uno dei numerosi camper che , nel periodi turistico, avvelenano un po' la guida sulle strade scozzesi.

Prima di continuare col racconto dobbiamo aprire una delle mie piccole parentesi sulla conformazione dell'isola.
Lewis e Harris sono considerate come fossero due isole ma non e' così.
In realtà sono due estremità della stessa isola e si congiungono nel mezzo dove si trova Tarbert.
Tarbert infatti e' la strozzatura di terra che congiunge le due parti.
Infatti attraversando il paese,in un centinaio di metri circa, si passa dalla costa est alla costa ovest dell'isola.
La zona a sud di Tarbert e' la penisola di Harris.
Quella a nord e' la penisola di Lewis.
Su Harris ci sono pochi paesi che gia' definirli tali e' uno sforzo. Non sono altro che agglomerati di case sparse qua e la più o meno concentrate nella stessa zona.
Il più grande centro e' proprio Tarbert che viene normalmente associato ad Harris.
Luskentyre stessa non e' altro che un gruppo di una 15ina di case a ridosso della spiaggia.
Su Lewis invece c'è una vera e propria cittadina che e' Stornoway.
Questo e' a tutti gli effetti un centro urbano più grande dell'isola dotato di scuole, aeroporto (collegamenti con Glasgow e Edimburgo) e attracco di traghetti per la terraferma (Stornoway – Ullapool).

Il primo giorno, volendo per l'appunto massimizzare il tempo a nostra disposizione per vedere le bellezze del posto,decidiamo subito di giocarci la tappa a più lunga percorrenza di tutte: Il faro di Butt of Lewis.
Il posto più a nord dell'isola dista circa 60 miglia da Tarbert e, nonostante per la maggior parte della strada sia a doppia corsia, attraversa spesso paesini in cui il limite scende a 30 o 40 miglia orarie e la prima parte del viaggio e' caratterizzata dal dover superare la piccola catena montuosa in cui il Clisham la fa da padrona.
La strada e' soggetta a nevicate d'inverno e lo si capisce dai pali che limitano il bordo della strada nelle zone montane presenti lungo tutto il percorso.
Tuttavia come si scende di nuovo verso la valle si trova la strada abbastanza scorrevole e ben tenuta.
Rettilinei e curve si alternano meccanicamente per seguire il percorso piu rapido fra Tarbert e Stornoway.
Giunti a quest'ultima si lascia la costa est, si devia verso l'entroterra e , spesso in questo periodo, ci si trova di fronte un muro di nebbia che stupisce non solo per la sua compattezza ma per il modo in cui inizia e finisce repentinamente.
Con soli piccoli squarci di cielo azzurrissimo ci accompagna fino alla fine della strada, al faro.
Lo spettacolo e' suggestivo e surreale allo stesso tempo.
Le scogliere a precipizio e la scarsa visibilita sono un costante richiamo all'attenzione.
Il fatto stesso che il sentiero di sassolini e roccia che gira attorno al muro del faro non e' piu' largo di un metro fa procedere anche i più temerari con calma.
Le scogliere a strapiombo grigioscure e brulle sono comunque nido per la fauna locale che come rocciatori si incuneano nei piccoli anfratti.
Il mare che da secoli ribolle vicino alla scogliera sembra non saper dove andare in questo labirinto di speroni che spuntano dall'acqua e ribolle in movimenti ciclici dettati dalla marea.
Ci fosse il sole sarebbe una foto degna delle migliori cartoline ma il fascino di silenzioso mistero che si qui si prova e' comunque intrigante e spinge ad andare oltre e abbattere quella insicurezza del prossimo passo verso lo strapiombo alla ricerca dell'ennesimo scorcio.
Il modo in cui l'onda punisce incessantemente la scogliera lascia il segno e la prova e' tangibile nei pezzi di costa affossati e prossimi a staccarsi per diventare nuovi scogli 20-30 metri piu' sotto.
Faccio diverse foto ma non riesco a catturare l'animo del posto.
Dopo poco l'aria umida e il vento lento ma incessante richiedono il loro tributo e ci portano a rifugiarci in macchina e a continuare il viaggio verso un lauto pasto nella vicina Stornoway.




Non sapevamo bene cosa aspettarci da questo centro urbano visto che non avevamo consultato nessuna guida ne visto cose interessanti nei dintorni.
Tuttavia, come la maggior parte dei centri urbani scozzesi, Stornoway ha il suo centro basato su una via con pub e negozietti con edilizia vittoriana.

Un consiglio pratico: da evitare e' il parcheggio al porticciolo per chi arriva da fuori poiché invita la gente a fermarsi e pagare il biglietto per sostare (Max 3 ore) ma non ne vale la pena
Infatti un comodissimo parcheggio gratuito si trova sul lungomare in direzione del porto a soli 20 metri dal centro e un centinaio dall'altro parcheggio.
Tuttavia il sia il centro che il porticciolo interno sono discreti, caratteristici, quest'ultimo con una statua di una donna intenta a mettere il pesce nei barili per la conservazione, occupazione tipica dell'inizio del secolo scorso nelle isole scozzesi dove la pesca di aringhe era una delle principali fonti di sostentamento.
Ci sono anche un paio di ristoranti segnalati pure da TripAdvisor ma nel periodo invernale sono quasi tutti chiudi durante la settimana.
La parte secondo me migliore si trova a ovest del fiume dove sorge il Lews Castle.

Pure se il castello e il suo parco sono parte di una scuola, e' possibile entrare in macchina e parcheggiare vicino alle sponde del fiume, zona ottima per immortalare il corso d'acqua che sfocia nel mare poco più avanti.
Il castello, attualmente in ristrutturazione, domina la collina circondato da un piccolo bosco.
Suggestiva e' anche la vecchia porta d'accesso ai giardini del maniero vicino alla quale ci sono un paio di statue di legno a dare il benvenuto, credo, ai turisti.
Prima di lasciare il paese e tornare sui nostri passi un ultima sosta la merita il monumento ai caduti (War Memorial).
Uscendo dal centro, prendendo la A858, e' segnalato da un cartello marrone ,ma non ha un parcheggio designato, perciò si lascia la macchina alla base del sentiero in prossimità del cancello d'ingresso, in una strada secondaria.
Tuttavia salendo fino dalla base del monumento si ha la possibilità di vedere una panoramica sulla città e sulla costa a est ottima per qualche scatto.









Se il sole e il tempo lo permettono e' il momento di godersi il tramonto con uno dei simboli non solo dell'isola ma della Scozia intera: i monoliti di Callanish.
Sicuramente sono fra le Standing Stone più famose, seconde solo a Stonehenge , in Inghilterra.
Il cerchio di pietre e' perfettamente conservato e anche se come diametro e' nettamente inferiore a quello di Stenness nelle Orcadi,e' un agglomerato diverso e più completo perciò risulta più apprezzato.
Inoltre a Callanish non c'è soltanto un sito ma ben 3 siti di Standing Stones: Callanis I, Callanish II e Callanish III.
Allineate alle stelle e posizionate in modo tale da incanalare la luce durante i solstizi o le fasi lunari, i monoliti sono accessibili anche fuori dalle ore di apertura del museo.
Il tramonto ovviamente e' il momento migliore per i giochi di ombra che si vanno a creare e la luce che mette in risalto le pietre.
Non a caso e' facile incontrare fotografi che aspettano con ansia la luce perfetta per lo scatto.
Anche l'area circostante il cerchio di pietre e' molto suggestiva.
Laghi e corsi d'acqua diventano specchi con la luce del tramonto e i croft di pietra non intonacati del classico bianco , scompaiono e si confondono con lo sfondo.




Dopo una giornata divisa fra macchina e spettacoli naturali, attendiamo il tramonto con calma,senza fretta di tornare verso casa.
Un giornata piena che pian piano finisce come era cominciata.
Il cielo ora terso senza nebbia lascia vedere in lontananza lungo la valle e le colline ed e' proprio in questo momento che qualcosa di incredibile accade.
Le dita della nebbia cominciano di nuovo a reclamare le terre perse alla nascita del sole e come uno tsunami un muro bianco comincia a scendere e copre una collina vicino a noi. Inglobandola e trasformandola in un soffice manto di nuvole.
Solo un'antenna resta imperterrita a combattere l'assalto della marea bianca.
Muore cosi' anche l'ultima luce e col buio giungiamo al cottage con gli occhi pieni di ricordi in una giornata che sembrava durare una settimana.
Una salotto caldo, la tv che parla in sottofondo, un bicchiere di whisky e quattro chiacchiere per fare il resoconto della giornata, eccola la ricetta per farsi cullare fino a che gli occhi cedono al sonno e le orecchie si ovattano.
Cosi sfuma il primo giorno dedicato al Nord di Lewis.


Ebridi Esterne - Introduzione


Era parecchio tempo che non aggiungevo un post succoso al blog.
Era parecchio tempo che non mi prendevo una bella vacanza rilassante.
Perciò, unendo l'utile al dilettevole, racconterò un po' della mia recente vacanza nelle Ebridi Esterne.
Specifico Esterne perché le Ebridi Interne (Skye, Mull, Islay, Jura, ecc) le ho bene o male gia viste e ne scriverò individualmente nei post futuri.
Le Esterne hanno un fascino totalmente diverso dettato dal fatto che sono meno abbordabili vista la percorrenza più lunga dei traghetti e sono, assieme alle Orcadi e le Shetland, fra le isole più esterne della Scozia.
Preciso subito che purtroppo non ho fatto tutto il blocco di isole da Nord a Sud come avrei voluto, concludendo il viaggio a Barra.
Per questioni di mobilita' e di tempo mi sono concentrato sulle due isole più a nord: Lewis e Harris.


Comunque, prima di cominciare la descrizione dei posti visti facciamo una piccola introduzione...
Insieme a due dei miei tre più cari compagni di viaggio, aspettiamo pazientemente al molo del porto di Uig, sull'isola di Skye, l'arrivo del traghetto della Calmac (http://www.calmac.co.uk/) MV Finlaggan.
Siamo i primi in fila dato che siamo arrivati con largo anticipo. Pertanto lasciamo la macchina al primo posto della fila numero 1 e facciamo 4 passi per il porto.
Prima tappa il negozio di ceramiche che si trova nascosto dietro al Pub all'inizio del molo.
Decidiamo di fare un paio di acquisti che ci ricordino di questa bellissima vacanza appena iniziata.
Ci spostiamo sul molo praticamente deserto, dove non si sente nemmeno un rumore se non qualche richiamo di un gabbiano ogni tanto.
Contrasto pazzesco con un opera totalmente costruita dall'uomo che sembra dominata dagli animali finché non arriva il traghetto a riappropriarsi totalmente dell'umana natura della struttura sull'acqua.
Finita la passeggiata torniamo verso la macchina e noto che cominciano ad esserci parecchie colonne già piene di autoveicoli perciò deduco che il traghetto non sarà poi cosi piccolo come credevo nonostante sia bassa stagione
Infatti non c'è' praticamente niente di aperto e anche dei due posti che servono pasti caldi solo uno é aperto: la Orasay Tearoom.
Non gli daresti un penny se la vedi da fuori e quando entri hai la sensazione di essere entrato a casa di qualcuno più che in un posto di ristorazione.
Tuttavia ordiniamo 3 hamburger di cervo e con nostra sorpresa, nonostante i tempi di attesa leggermente più lunghi del solito pub, il pasto é nettamente sopra la media!
Un massiccio hamburger siede comodo in mezzo a due bei pezzi di pane servito con una generosa porzione di patatine.
Chiedo scusa per l'enfasi ma dopo tutta la strada fatta per arrivare fino alla partenza di questo traghetto é stato come ricevere un premio per l'impegno alla guida!
Lasciamo il posto soddisfatti e ci sediamo in macchina ad aspettare: ormai manca poco.
Infatti dopo poco notiamo la nave che stava giungendo all'attracco mentre noi già parlavamo delle cose da vedere dall'altra parte del mare.
Dopo una lenta fase di ormeggio che sembrava non terminare mai, si apre il portellone e come un torrente in piena escono macchine e camion.
Ci danno il via e saliamo gloriosamente per primi sul traghetto!
Incolonnati e ,quasi paraurti-contro-paraurti per massimizzare gli spazi, scendiamo dalla macchina e andiamo nella zona passeggeri.
Ci sediamo nella zona a poppa che da sul portellone ancora aperto da cui lente stanno salendo le ultime automobili.
“Caffè'?” é la mia domanda?
“Whisky!” é la risposta...
Ottimo!, questo é lo spirito giusto per questo viaggio!
Mentre sorseggio un Bunnahabhain la nave salpa e non appena fuori dal porto mi armo di macchina fotografica per immortalare la costa di questa parte di Skye dal mare.
Si sta bene , c'è il sole ( che ci farà compagnia per tutta la vacanza) e non c'è quasi vento, perciò niente mare mosso ne mal di mare per nessuno degli occupanti.
Dopo un oretta e mezza le isole in lontananza sono ormai vicine ed é il momento di fare qualche foto dalla prua per riprendere il nostro arrivo.
A primo impatto non sembra ci sia molta differenza con l'isola di Skype.
Le colline scendono verso il mare rocciose e il colore della sera trasforma il paesaggio con una predominante rossa.
Il porto di Tarbert é piccolo e la nave non ha spazio di manovra come a Skye perciò entra con la prua e ne uscirà di poppa.
Le case sono basse e colorate principalmente di bianco col tetto nero, colori tipici dei croft.
é ora di tornare in macchina e prepararsi a scendere.
Siamo trepidanti per l'attesa di scoprire come é realmente questa isola e soprattutto il cottage che abbiamo affittato per 4 notti.
Usciamo dal metallico ventre della nave e seguiamo la strada che attraversa il piccolo paese passando davanti alla casa del Tweed, stoffa pregiata tipica di Harris.
Puntiamo verso a sud lasciando lo sparuto numero di case che compone l'abitato di Tarbert e il panorama cambia drasticamente.
Il rosso lascia spazio al grigio della roccia che ora sovrasta decisamente il muschio e la vegetazione dando l'idea comune a molti di paesaggio lunare.
La strada stessa , single track road, é grigia per l'abbondante uso di sale atto ad evitare la formazione di ghiaccio.
Le ultime luci del giorno prima del tramonto cominciano ad infiammare tutto attorno a noi proprio mentre noi lasciamo la strada principale prendendo la secondaria che porta a Luskentyre.

Si va molto piano perché oltre ad essere stretta , questa strada segue ogni profilo della costa.
La natura non é stata piegata a proprio volere come vorrebbe la costruzione di una via di comunicazione al file di rendere il più piacevole il transito.
Al contrario, la distesa di catrame é stata depositata quasi come zucchero a velo sul profilo roccioso della costa.
Salite e discese, cunette e tornati strettissimi sono la normalità qui dove non si vede dietro l'angolo della prossima curva e si va piano per avere una chance di fermarsi in tempo.
é difficile stare concentrati quando alla tua sinistra c'è sabbia bianca e fine, mare azzurro e una palla infuocata a tinteggiare di arancione e rosso ogni cosa e cambiare la natura di un corso d'acqua in uno specchio.
Tuttavia la strada é corta e molto presto siamo al cottage già immerso nel bagno di sole.
Scendiamo rapidamente e ripetiamo vicendevolmente quanto é bello il posto.
Mettiamo rapidamente in casa le valigie e scendiamo verso la spiaggia per far parte ad ogni costo del benvenuto che questo angolo di mondo ci sta dando.
Fra i sospiri dettati dal piacere di essere li e il relax appena trovato non appena scesi dalla macchina consci di essere giunti a destinazione, ci lasciamo passare addosso i colori della palla di fuoco che, con riflessi ormai viola, si sta tuffando nell'oceano.
Serenità é la parola d'ordine.



Serenità...