mercoledì 27 febbraio 2013

Ebridi Esterne - Primo Giorno


Il primo giorno che ci si trova sulle Ebridi Esterne si vorrebbe fare un miliardo di cose e vedere tutto quello che c'è da vedere.
Tuttavia, anche se difficile, bisogna cercare di essere razionali e ottimizzare in base alle cose da vedere, le distanze, e le ore di luce a disposizione.
Febbraio e' sicuramente uno dei periodi migliori perché anche se non ci sono le giornate infinite che caratterizzano queste latitudini nel periodo estivo, non c'è quasi nessuno sull'isola e si può viaggiare, specie sulle single track road, con agilità e rapidità raggiungendo perciò i posti da vedere senza perder troppo tempo o essere in coda dietro uno dei numerosi camper che , nel periodi turistico, avvelenano un po' la guida sulle strade scozzesi.

Prima di continuare col racconto dobbiamo aprire una delle mie piccole parentesi sulla conformazione dell'isola.
Lewis e Harris sono considerate come fossero due isole ma non e' così.
In realtà sono due estremità della stessa isola e si congiungono nel mezzo dove si trova Tarbert.
Tarbert infatti e' la strozzatura di terra che congiunge le due parti.
Infatti attraversando il paese,in un centinaio di metri circa, si passa dalla costa est alla costa ovest dell'isola.
La zona a sud di Tarbert e' la penisola di Harris.
Quella a nord e' la penisola di Lewis.
Su Harris ci sono pochi paesi che gia' definirli tali e' uno sforzo. Non sono altro che agglomerati di case sparse qua e la più o meno concentrate nella stessa zona.
Il più grande centro e' proprio Tarbert che viene normalmente associato ad Harris.
Luskentyre stessa non e' altro che un gruppo di una 15ina di case a ridosso della spiaggia.
Su Lewis invece c'è una vera e propria cittadina che e' Stornoway.
Questo e' a tutti gli effetti un centro urbano più grande dell'isola dotato di scuole, aeroporto (collegamenti con Glasgow e Edimburgo) e attracco di traghetti per la terraferma (Stornoway – Ullapool).

Il primo giorno, volendo per l'appunto massimizzare il tempo a nostra disposizione per vedere le bellezze del posto,decidiamo subito di giocarci la tappa a più lunga percorrenza di tutte: Il faro di Butt of Lewis.
Il posto più a nord dell'isola dista circa 60 miglia da Tarbert e, nonostante per la maggior parte della strada sia a doppia corsia, attraversa spesso paesini in cui il limite scende a 30 o 40 miglia orarie e la prima parte del viaggio e' caratterizzata dal dover superare la piccola catena montuosa in cui il Clisham la fa da padrona.
La strada e' soggetta a nevicate d'inverno e lo si capisce dai pali che limitano il bordo della strada nelle zone montane presenti lungo tutto il percorso.
Tuttavia come si scende di nuovo verso la valle si trova la strada abbastanza scorrevole e ben tenuta.
Rettilinei e curve si alternano meccanicamente per seguire il percorso piu rapido fra Tarbert e Stornoway.
Giunti a quest'ultima si lascia la costa est, si devia verso l'entroterra e , spesso in questo periodo, ci si trova di fronte un muro di nebbia che stupisce non solo per la sua compattezza ma per il modo in cui inizia e finisce repentinamente.
Con soli piccoli squarci di cielo azzurrissimo ci accompagna fino alla fine della strada, al faro.
Lo spettacolo e' suggestivo e surreale allo stesso tempo.
Le scogliere a precipizio e la scarsa visibilita sono un costante richiamo all'attenzione.
Il fatto stesso che il sentiero di sassolini e roccia che gira attorno al muro del faro non e' piu' largo di un metro fa procedere anche i più temerari con calma.
Le scogliere a strapiombo grigioscure e brulle sono comunque nido per la fauna locale che come rocciatori si incuneano nei piccoli anfratti.
Il mare che da secoli ribolle vicino alla scogliera sembra non saper dove andare in questo labirinto di speroni che spuntano dall'acqua e ribolle in movimenti ciclici dettati dalla marea.
Ci fosse il sole sarebbe una foto degna delle migliori cartoline ma il fascino di silenzioso mistero che si qui si prova e' comunque intrigante e spinge ad andare oltre e abbattere quella insicurezza del prossimo passo verso lo strapiombo alla ricerca dell'ennesimo scorcio.
Il modo in cui l'onda punisce incessantemente la scogliera lascia il segno e la prova e' tangibile nei pezzi di costa affossati e prossimi a staccarsi per diventare nuovi scogli 20-30 metri piu' sotto.
Faccio diverse foto ma non riesco a catturare l'animo del posto.
Dopo poco l'aria umida e il vento lento ma incessante richiedono il loro tributo e ci portano a rifugiarci in macchina e a continuare il viaggio verso un lauto pasto nella vicina Stornoway.




Non sapevamo bene cosa aspettarci da questo centro urbano visto che non avevamo consultato nessuna guida ne visto cose interessanti nei dintorni.
Tuttavia, come la maggior parte dei centri urbani scozzesi, Stornoway ha il suo centro basato su una via con pub e negozietti con edilizia vittoriana.

Un consiglio pratico: da evitare e' il parcheggio al porticciolo per chi arriva da fuori poiché invita la gente a fermarsi e pagare il biglietto per sostare (Max 3 ore) ma non ne vale la pena
Infatti un comodissimo parcheggio gratuito si trova sul lungomare in direzione del porto a soli 20 metri dal centro e un centinaio dall'altro parcheggio.
Tuttavia il sia il centro che il porticciolo interno sono discreti, caratteristici, quest'ultimo con una statua di una donna intenta a mettere il pesce nei barili per la conservazione, occupazione tipica dell'inizio del secolo scorso nelle isole scozzesi dove la pesca di aringhe era una delle principali fonti di sostentamento.
Ci sono anche un paio di ristoranti segnalati pure da TripAdvisor ma nel periodo invernale sono quasi tutti chiudi durante la settimana.
La parte secondo me migliore si trova a ovest del fiume dove sorge il Lews Castle.

Pure se il castello e il suo parco sono parte di una scuola, e' possibile entrare in macchina e parcheggiare vicino alle sponde del fiume, zona ottima per immortalare il corso d'acqua che sfocia nel mare poco più avanti.
Il castello, attualmente in ristrutturazione, domina la collina circondato da un piccolo bosco.
Suggestiva e' anche la vecchia porta d'accesso ai giardini del maniero vicino alla quale ci sono un paio di statue di legno a dare il benvenuto, credo, ai turisti.
Prima di lasciare il paese e tornare sui nostri passi un ultima sosta la merita il monumento ai caduti (War Memorial).
Uscendo dal centro, prendendo la A858, e' segnalato da un cartello marrone ,ma non ha un parcheggio designato, perciò si lascia la macchina alla base del sentiero in prossimità del cancello d'ingresso, in una strada secondaria.
Tuttavia salendo fino dalla base del monumento si ha la possibilità di vedere una panoramica sulla città e sulla costa a est ottima per qualche scatto.









Se il sole e il tempo lo permettono e' il momento di godersi il tramonto con uno dei simboli non solo dell'isola ma della Scozia intera: i monoliti di Callanish.
Sicuramente sono fra le Standing Stone più famose, seconde solo a Stonehenge , in Inghilterra.
Il cerchio di pietre e' perfettamente conservato e anche se come diametro e' nettamente inferiore a quello di Stenness nelle Orcadi,e' un agglomerato diverso e più completo perciò risulta più apprezzato.
Inoltre a Callanish non c'è soltanto un sito ma ben 3 siti di Standing Stones: Callanis I, Callanish II e Callanish III.
Allineate alle stelle e posizionate in modo tale da incanalare la luce durante i solstizi o le fasi lunari, i monoliti sono accessibili anche fuori dalle ore di apertura del museo.
Il tramonto ovviamente e' il momento migliore per i giochi di ombra che si vanno a creare e la luce che mette in risalto le pietre.
Non a caso e' facile incontrare fotografi che aspettano con ansia la luce perfetta per lo scatto.
Anche l'area circostante il cerchio di pietre e' molto suggestiva.
Laghi e corsi d'acqua diventano specchi con la luce del tramonto e i croft di pietra non intonacati del classico bianco , scompaiono e si confondono con lo sfondo.




Dopo una giornata divisa fra macchina e spettacoli naturali, attendiamo il tramonto con calma,senza fretta di tornare verso casa.
Un giornata piena che pian piano finisce come era cominciata.
Il cielo ora terso senza nebbia lascia vedere in lontananza lungo la valle e le colline ed e' proprio in questo momento che qualcosa di incredibile accade.
Le dita della nebbia cominciano di nuovo a reclamare le terre perse alla nascita del sole e come uno tsunami un muro bianco comincia a scendere e copre una collina vicino a noi. Inglobandola e trasformandola in un soffice manto di nuvole.
Solo un'antenna resta imperterrita a combattere l'assalto della marea bianca.
Muore cosi' anche l'ultima luce e col buio giungiamo al cottage con gli occhi pieni di ricordi in una giornata che sembrava durare una settimana.
Una salotto caldo, la tv che parla in sottofondo, un bicchiere di whisky e quattro chiacchiere per fare il resoconto della giornata, eccola la ricetta per farsi cullare fino a che gli occhi cedono al sonno e le orecchie si ovattano.
Cosi sfuma il primo giorno dedicato al Nord di Lewis.


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