Il primo giorno che ci si
trova sulle Ebridi Esterne si vorrebbe fare un miliardo di cose e
vedere tutto quello che c'è da vedere.
Tuttavia, anche se
difficile, bisogna cercare di essere razionali e ottimizzare in base
alle cose da vedere, le distanze, e le ore di luce a disposizione.
Febbraio e' sicuramente
uno dei periodi migliori perché anche se non ci sono le giornate
infinite che caratterizzano queste latitudini nel periodo estivo, non
c'è quasi nessuno sull'isola e si può viaggiare, specie sulle
single track road, con agilità e rapidità raggiungendo perciò i
posti da vedere senza perder troppo tempo o essere in coda dietro uno
dei numerosi camper che , nel periodi turistico, avvelenano un po' la
guida sulle strade scozzesi.
Prima di continuare col
racconto dobbiamo aprire una delle mie piccole parentesi sulla
conformazione dell'isola.
Lewis e Harris sono
considerate come fossero due isole ma non e' così.
In realtà sono due
estremità della stessa isola e si congiungono nel mezzo dove si
trova Tarbert.
Tarbert infatti e' la
strozzatura di terra che congiunge le due parti.
Infatti attraversando il
paese,in un centinaio di metri circa, si passa dalla costa est alla
costa ovest dell'isola.
La zona a sud di Tarbert
e' la penisola di Harris.
Quella a nord e' la
penisola di Lewis.
Su Harris ci sono pochi
paesi che gia' definirli tali e' uno sforzo. Non sono altro che
agglomerati di case sparse qua e la più o meno concentrate nella
stessa zona.
Il più grande centro e'
proprio Tarbert che viene normalmente associato ad Harris.
Luskentyre stessa non e'
altro che un gruppo di una 15ina di case a ridosso della spiaggia.
Su Lewis invece c'è una
vera e propria cittadina che e' Stornoway.
Questo e' a tutti gli
effetti un centro urbano più grande dell'isola dotato di scuole,
aeroporto (collegamenti con Glasgow e Edimburgo) e attracco di
traghetti per la terraferma (Stornoway – Ullapool).
Il primo giorno, volendo
per l'appunto massimizzare il tempo a nostra disposizione per vedere
le bellezze del posto,decidiamo subito di giocarci la tappa a più
lunga percorrenza di tutte: Il faro di Butt of Lewis.
Tuttavia come si scende di
nuovo verso la valle si trova la strada abbastanza scorrevole e ben
tenuta.
Rettilinei e curve si
alternano meccanicamente per seguire il percorso piu rapido fra
Tarbert e Stornoway.
Giunti a quest'ultima si
lascia la costa est, si devia verso l'entroterra e , spesso in questo
periodo, ci si trova di fronte un muro di nebbia che stupisce non
solo per la sua compattezza ma per il modo in cui inizia e finisce
repentinamente.
Con soli piccoli squarci
di cielo azzurrissimo ci accompagna fino alla fine della strada, al
faro.
Lo spettacolo e'
suggestivo e surreale allo stesso tempo.
Le scogliere a precipizio
e la scarsa visibilita sono un costante richiamo all'attenzione.
Il fatto stesso che il
sentiero di sassolini e roccia che gira attorno al muro del faro non
e' piu' largo di un metro fa procedere anche i più temerari con
calma.
Le scogliere a strapiombo
grigioscure e brulle sono comunque nido per la fauna locale che come
rocciatori si incuneano nei piccoli anfratti.
Ci fosse il sole sarebbe
una foto degna delle migliori cartoline ma il fascino di silenzioso
mistero che si qui si prova e' comunque intrigante e spinge ad andare
oltre e abbattere quella insicurezza del prossimo passo verso lo
strapiombo alla ricerca dell'ennesimo scorcio.
Il modo in cui l'onda
punisce incessantemente la scogliera lascia il segno e la prova e'
tangibile nei pezzi di costa affossati e prossimi a staccarsi per
diventare nuovi scogli 20-30 metri piu' sotto.
Faccio diverse foto ma non
riesco a catturare l'animo del posto.
Dopo poco l'aria umida e
il vento lento ma incessante richiedono il loro tributo e ci portano
a rifugiarci in macchina e a continuare il viaggio verso un lauto
pasto nella vicina Stornoway.
Infatti un comodissimo
parcheggio gratuito si trova sul lungomare in direzione del porto a
soli 20 metri dal centro e un centinaio dall'altro parcheggio.
Ci sono anche un paio di
ristoranti segnalati pure da TripAdvisor ma nel periodo invernale
sono quasi tutti chiudi durante la settimana.
La parte secondo me
migliore si trova a ovest del fiume dove sorge il Lews Castle.
Pure se il castello e il suo parco sono parte di una scuola, e' possibile entrare in macchina e parcheggiare vicino alle sponde del fiume, zona ottima per immortalare il corso d'acqua che sfocia nel mare poco più avanti.
Suggestiva e' anche la
vecchia porta d'accesso ai giardini del maniero vicino alla quale ci
sono un paio di statue di legno a dare il benvenuto, credo, ai
turisti.
Prima di lasciare il paese
e tornare sui nostri passi un ultima sosta la merita il monumento ai
caduti (War Memorial).
Uscendo dal centro,
prendendo la A858, e' segnalato da un cartello marrone ,ma non ha un
parcheggio designato, perciò si lascia la macchina alla base del
sentiero in prossimità del cancello d'ingresso, in una strada
secondaria.
Tuttavia salendo fino
dalla base del monumento si ha la possibilità di vedere una
panoramica sulla città e sulla costa a est ottima per qualche
scatto.
Sicuramente sono fra le
Standing Stone più famose, seconde solo a Stonehenge , in
Inghilterra.
Il cerchio di pietre e'
perfettamente conservato e anche se come diametro e' nettamente
inferiore a quello di Stenness nelle Orcadi,e' un agglomerato diverso
e più completo perciò risulta più apprezzato.
Inoltre a Callanish non
c'è soltanto un sito ma ben 3 siti di Standing Stones:
Callanis I, Callanish II e Callanish III.
Il tramonto ovviamente e'
il momento migliore per i giochi di ombra che si vanno a creare e la
luce che mette in risalto le pietre.
Non a caso e' facile
incontrare fotografi che aspettano con ansia la luce perfetta per lo
scatto.
Anche l'area circostante
il cerchio di pietre e' molto suggestiva.
Laghi e corsi d'acqua
diventano specchi con la luce del tramonto e i croft di pietra non
intonacati del classico bianco , scompaiono e si confondono con lo
sfondo.
Dopo una giornata divisa
fra macchina e spettacoli naturali, attendiamo il tramonto con
calma,senza fretta di tornare verso casa.
Un giornata piena che pian
piano finisce come era cominciata.
Il cielo ora terso senza
nebbia lascia vedere in lontananza lungo la valle e le colline ed e'
proprio in questo momento che qualcosa di incredibile accade.
Le dita della
nebbia cominciano di nuovo a reclamare le terre perse alla nascita
del sole e come uno tsunami un muro bianco comincia a scendere e
copre una collina vicino a noi. Inglobandola e trasformandola in un
soffice manto di nuvole.
Solo un'antenna resta
imperterrita a combattere l'assalto della marea bianca.
Muore cosi' anche l'ultima
luce e col buio giungiamo al cottage con gli occhi pieni di ricordi
in una giornata che sembrava durare una settimana.
Una salotto caldo, la tv
che parla in sottofondo, un bicchiere di whisky e quattro chiacchiere
per fare il resoconto della giornata, eccola la ricetta per farsi
cullare fino a che gli occhi cedono al sonno e le orecchie si
ovattano.
Cosi sfuma il primo giorno
dedicato al Nord di Lewis.
Nessun commento:
Posta un commento