venerdì 29 agosto 2014

Le Orcadi - Introduzione

Le Orcadi, assieme alle Shetland e alle Ebridi Esterne, sono le mete più remote della Scozia.
Il distacco non è solo fisico, con più di un ora di traghetto dalla terraferma, ma anche mentale.
Sono vere e proprie comunità a parte.
In teoria si potrebbe aggiungere a questo elenco anche le isole di Islay, Jura, Coll, Colonsay e Tiree.
O magari il trittico Eigg, Rum e Muck.
Tuttavia nessuna di queste suscita, sia nella mente del turista che in quella dello scozzese, l'idea della lontananza.
È la differenza fra il pensare di visitarle e il decidere di visitarle che porta le persone a destinazione.
Infatti bisogna organizzarsi con traghetti più costosi che per le altre mete (specie se si va in macchina) e con prenotazioni per tempo dei posti dove soggiornare.
Importante è anche la scelta del periodo, ma visto che la Scozia è altresì famosa per avere tutte quattro stagioni in una giornata sola, non c'è garanzia di un periodo di bel tempo ne certezza in un periodo di piogge.
Bisogna buttarsi.

Una volta deciso bisogna pensare a come arrivare a destinazione.
Per raggiungere le Orcadi ci sono due traghetti che collegano l'isola principale alla terraferma.
La tratta più lunga parte da Aberdeen e la più corta parte da Scrabster, vicino a Thurso, nell'estremo nord della Scozia.
Personalmente la mia scelta è stata quella di partire da Scrabster.
Approfittando di un week end lungo di vacanza lascio Glasgow verso le 4 di Venerdì pomeriggio e punto in direzione A9, l'autostrada che porta a Nord.
Passo Stirling, Perth, Avimore e poi su fino a Inverness.
Una breve sosta per un panino nella capitale delle Highlands e poi ancora su passando il Kessock Bridge, simile al Forth Road Bridge, seguendo sempre le indicazioni A9.
Distillerie e piccoli paesini si susseguono in continuazione.
Fra Evanton e Alness do un occhio alla mia sinistra, non appena gli alberi si diradano, e cerco di vedere il Fyrish Monument.
Innumerevoli volte mi sono ripromesso di andarlo a vedere e non ci sono mai riuscito.



Il monumento merita una nota.
È stato costruito nel 1782 su Fyrish Hill su richiesta di Sir Hector Munro, Ottavo Signore di Novar (Laird sarebbe il termine corretto che in italiano vuol dire letteralmente proprietario terriero).
Sir Hector era un soldato britannico che servì Sua Maestà come nono comandante in capo dell'India dal 1764 al 1765.
Quando nel 1782 la situazione economica nel nord della Scozia non era delle migliori, decise di creare il Fyrish Monument per dare del lavoro alla gente del posto.
Il nobile gesto non fu comunque dedicato alla costruzione di una struttura astratta ma bensì alla creazione di una replica della porta della città di Negapatam che, nel 1781, Sir Hector conquistò per conto della Gran Bretagna.
Si dice che da qui ci sia una vista stupenda sul Cromarthy Firth sottostante ma potrò confermarlo solo quando riuscirò ad andarci.

Continuando il viaggio verso Nord passo Tain con la famosa distilleria del Gelnmorangie che è ritagliata in uno spazio relativamente piccolo fra strada e costa.
Continuando si passa il Dornoch Firth Bridge e dopo poco si arriva a Golspie.
Seguendo la strada che attraversa il paese non posso non ricordarmi che a breve, sulla destra, comparirà uno dei castelli più belli e forse meno conosciuti della Scozia: il Dunrobin Castle.
È comprensibile che sia così visto che è lontano dalle normali rotte turistiche.
Tuttavia il castello è famoso per essere il palazzo più grande nel nord della Scozia e per i suoi giardini che riprendono lo stile del Palazzo di Versailles.
È anche famoso per essere stato il set di alcune scene del film Barry Lyndon di Stanley Kubrik e Winter Solstice tratto dal romanzo di Rosamunde Pilcher.
Anche a castello chiuso si può vedere il piazzale e la torre con l'orologio.




Lasciandoci alle spalle Golspie la strada prosegue, con le sue salite e discese vicino al mare, fino a Latheron.
Sarebbe bello continuare verso Wick e magare fare un salto alla distilleria dell'Old Pulteney ma invece bisogna procedere seguendo la A9 in direzione Thurso.
Tuttavia questa è una splendida notizia per gli amanti delle natura.
Infatti da qui fino a destinazione si segue una strada quasi rettilinea in mezzo ad una Scozia quasi incontaminata.
È vero, a metà strada c'è un gruppo di pale eoliche sulla sinistra (Causemyre Wind Farm), ma devo ammettere che personalmente non stonano con il panorama e la combinazione di assenza di edifici e le pale è quasi surreale.



Merita una foto dalla giusta angolazione in base a dove soffia il vento.
In questa brughiera i colori sono il verde scuro degli sparuti gruppi di piante, il marrone dei cespugli di rovi e della terra coltivata e infine il verde smerlando dei prati al sole.

Si giunge infine a Thurso, un centro abitato che conta circa 8000 abitanti ed è la città più a nord della Gran Bretagna.
Le sue origini sono profondamente radicate nel periodo di dominio norreno della zona da cui prende la radice anche il suo nome.
Il centro è minimale ma ben tenuto con la vecchia St Peter Kirk come unico monumento un po' datato infatti il centro del paese risale al diciannovesimo secolo.
Una centrale nucleare in zona aveva portato la popolazione locale a circa 12000 individui negli anni 60 e 70 ma dopo la sua chiusura la popolazione è decisamente diminuita.

Tuttavia non mi fermo qui per la notte.
Continuo sulla A9 in direzione Scrabster e, giunto nel piccolo porto, parcheggio di fronte al Pub Popeyes (parte del Ferry Inn).





È tardi, sono quasi le 11 e c'è poca gente nel pub ma prima della chiusura ho il tempo per un paio di pinte.
Il pub è carino con un aria quasi sofisticata considerando le aspettative che avevo.
Pulito, ben arredato e con un tavolo da biliardo nel centro.
Musica bassa e la televisione che passa le notizie 24 ore su 24 senza audio ma con i sottotitoli.
Quattro chiacchiere con la barista e un paio di signori del posto e presto arriva l'ora di chiusura.
Esco dal pub ed entro in camera da letto, ovvero la macchina.
Infatti arrivando così tardi la sera e avendo il traghetto alle 7 il mattino dopo (considerando che bisogna mettersi in coda 30 minuti prima per imbarcare la macchina), decido di dormire in macchina e risparmiare i soldi di un B&B per qualche ora.
Non è una scelta che raccomando visto che comunque, prenotando per tempo, ci sono un sacco di posti anche all'interno del porto dove dormire.
Ad ogni modo di notte il porto è totalmente desolato.
Non passa quasi nessuno, nemmeno camion legati alla pesca locale.
Lo sciabordio delle onde che si infrangono pigramente sui moli dovrebbe conciliare il sonno ma non è così e la notte passa lenta a cavallo del dormiveglia.

Il mattino dopo alle 6 e 30 suona la sveglia e , come nel più classico dei casi, mi sveglia proprio quando avevo finalmente preso sonno. La vista del porto illuminato dalle prime luci dell'alba è magnifica.


É ora di aprire i finestrini e sbrinare la macchina per poi mettersi in coda per l'imbarco.

Questa è la prima volta che prendo un traghetto della Northlink Ferries.
Quello in questione si chiama MV Hamnavoe ed è molto più grande confronto a quelli a cui sono abituato della Calmac.
Quasi subito cominciano le procedure di imbarco e oltre a me non ci saranno più di una decina di auto e 3 camion.
Lentamente attraverso la pancia d'acciaio del traghetto fino alla gigantesca porta frangiflutti frontale.
Parcheggiare la macchina e salire i ponti del traghetto è una sensazione celestiale con la promessa delle spettacolo che il mare ha da offrire.
Questo effetto va moltiplicato dieci volte di più quando si desidera disperatamente una colazione con tanto di cappuccino.
Mi lascio la macchina alle spalle con il buon umore che aumenta alla promessa di qualcosa di caldo.

E così, con due occhiaie pazzesche, una notte in bianco alle spalle, e un disperato bisogno di caffeina, risalgo le strette scalette del ponte veicoli per poi trovarmi su quelle più grandi che portano al ponte principale alla ricerca disperata del ristorante.



Sono stanchissimo e nella mia testa ronza incessantemente un quesito: avrò davvero fatto bene a non prendermi un B&B?
Non lo so ma non importa perchè adesso non sto già più nella pelle all'idea di vedere le Orcadi!

sabato 23 agosto 2014

Drumlanrig Castle

La maggior parte dei turisti che decidono di fare un viaggio in Scozia hanno di solito un itinerario mentale preimpostato dettato dalla loro cultura personale, dai pacchetti vacanze o da qualche guida.
Tuttavia la Scozia, secondo me, è il paese della scoperta casuale.
Infatti innumerevoli volte ho preso una strada a caso e ho scoperto una nuova chicca.
Detto ciò sarei un ipocrita a suggerire di fare lo stesso a chi viene in vacanza solo per qualche giorno.
Questa premessa però mi serve per introdurre una delle mie scoperte casuali che è anche una delle migliori.
Il Castello di Drumlanring.

Era autunno quando in dolce compagnia ci sono capitato la prima volta.
Percorrevo la strada A76 (regione Dumfries & Galloway) in direzione sud quando il classico cartello marrone che indica un posto turistico coglie la mia attenzione.
Freccia a destra e imbocco una strada in mezzo ad un bosco che poco dopo si allarga e, dopo una curva vicino ad una villetta, passa sopra un ponticello di pietra.
Nel fiume sottostante alcune persone stanno facendo kayaking.
Procedo lento perché prima di tutto non ho fretta e poi è sempre buona regola andare piano su queste stradine non originariamente progettate per il traffico di automobili.
Passato il ponte la strada sale leggermente con una curva e poi diventa un rettilineo su un magnifico viale alberato.
In fondo si scorge il castello con la sua peculiare muratura rosa e la sua simmetria perfetta.
Una cartolina!


 È unicamente suggestivo guidare fino in fondo al viale e arrivare al piazzale antistante.
Sulla destra, di fronte alle vecchie stalle che fungono da biglietteria,c'è un parcheggio dove lasciare la macchina.
Il primo desiderio non è di entrare subito ma di fare quattro passi attorno per vedere il parco che lo circonda.
Multo suggestivo è il sentiero che passa sul lato sinistro del castello.
La prima cosa che balza all'occhio è un pannello che racconta del Sicomoro di Drumlanring, la gigantesca pianta che da più di 300 anni occupa il suo posto nel parco.





Continuando lungo il sentiero si arriva ad un parco giochi per bambini con area picnic coi classici tavoloni di legno.
Mangiare al sacco in Scozia è molto comune e vale la pena farci un pensierino specie se è una bella giornata.
L'altra parte del castello invece regala sorprese di diverso tipo.
La zona delle stalle e gli alloggi della servitù sono stati sapientemente convertiti in aree di intrattenimento con opzioni un po' per tutti i gusti.
Per il ristoro c'è uno di quei classici posti che si trovano nei castelli o nei musei britannici.
Ovvero una specie di mensa che non è ne un vero ristorante ne tanto meno solo un bar.
Qui vicino c'è esposto uno dei vecchi tetti a punta delle torri del castello che permette di vedere come venivano costruiti.



Un area per il soft-play dedicata ai bambini e un'area dedicata alla scoperta della fauna e flora attorno al castello per stimolare le menti dei più giovani.
Nei diversi caseggiati che compongono questa area, uno spicca sugli altri ed è dedicato ad un museo particolare: quello della bicicletta.







Un sacco di esemplari rari, prototipi e anche le famose Penny-Farthing ovvero i Bicicli.











C'e anchela Koga Miyata, la bici con cui Mark Beaumont, un ciclista scozzese, ha fatto il giro del mondo e ha accumulato ben 25000 miglia!





Infine si può passare all'acquisto di qualche souvenir nel negozietto qui vicino che vende libri e il classico mix di memorabilia scozzesi.

Ora passiamo al castello.
Una premessa per i fotografi: il castello non ammette foto di tipo “professionale” e pertanto all'ingresso vi viene confiscato gentilmente il cavalletto in caso lo voleste portare. Suggerisco pertanto di lasciarlo in macchina se possibile.
Inoltre dentro le stanze non è possibile fare fotografie.

Cominciando la visita bisogna subito dire che definirlo castello non è corretto.
Infatti originariamente c'era solo una struttura a quadrilatero con torri ad ogni vertice che oggi compone la parte più vecchia.



L'ingresso che vediamo oggi con le scalinate invece, è stato costruito in seguito.









L'arenaria rosa con cui è costruito è una scelta di stile molto particolare confronto agli altri castelli di granito o di arenaria rossa.
I duchi di Queensferry, ovvero la famiglia Douglas che possiede il castello hanno una storia molto importante per gli scozzesi che pochi sanno ma merita di essere raccontata.
Per fare ciò bisogna fare un passo indietro alla morte di Robert The Bruce.
Robert aveva fatto voto che durante la sua vita avrebbe intrapreso una crociata per combattere i saraceni in Terra Santa.
Sul suo letto di morte, non avendo mantenuto fede alla sua promessa, chiese ai suoi cavalieri più fidati di organizzare una crociata e che il suo cuore fosse portato alla Basilica del Santo Sepolcro e poi riportato in Scozia per essere di nuovo sepolto accanto al suo corpo.
Il suo cuore venne messo all'interno di un piccolo scrigno d'argento con una catenella per essere trasportato più elegantemente e facilmente.
Il compito di organizzare la crociata ricadde su alcuni uomini fidati tra cui Sir James Douglas.
Non riuscendo ad organizzarne una a livello internazionale Sir Douglas e gli altri si unirono ad Alfonso XI di Castiglia nella sua guerra contro i Mori del regno di Granada.
Durante la battaglia, Sir Douglas, rimasto accerchiato, scaglio il piccolo scrigno verso i nemici pronunciando la seguente frase: “Now pass thou onward as thou wert wont, and Douglas will follow thee or die”.
Questo gesto epico nel tentativo di adempiere alla missione di Robert The Bruce si associò da allora al suo stemma araldico: il simbolo del cuore.
Ecco spiegato il perché all'interno del castello si può notare parecchie volte, scolpito nella arenaria, il simbolo a forma di cuore adornato con un paio d'ali.





Il castello di per se è molto simile a tanti altri castelli scozzesi dal punto di vista degli interni con una serie interminabile di camere da letto, sale di lettura, sale della musica ecc.
Tuttavia qui spicca la sua grande scala di legno molto suggestiva con magnifici quadri ad adornarne le pareti.
Un ultima nota interessante sul castello riguarda la presenza di due quadri importanti.
Una delle copie de “La madonna dei fusi” (Buccleuch Madonna) di Leonardo Da Vinci e un quadro di Rembrandt dal nome “Una vecchia donna che legge”.
Purtroppo come già detto non è possibile fare foto al suo interno pertanto se volete saperne di più vi suggerisco di vedere il sito ufficiale qui.

Terminata la visita ci sono diverse altre attrazioni. I giardini situati sul retro del castello, specie nel periodo della fioritura, dicono siano meritevoli di visita. È possibile vederli dalle finestre a sud durante il tour delle stanze.
Infine ci sono anche altre attrazioni tipo la pesca o un tour in 4X4 in alcuni periodi dell'anno ma la migliore, secondo me, rimane sotto il periodo di Natale.
Infatti nei due week end che precedono il 25 Dicembre il castello si colora con mercatini e attrazioni tipiche dello spirito di questa festa.
Il programma è disponibile sul sito un paio di mesi prima.
Potrebbe essere una buona scusa per i visitatori che vogliono vedere Glasgow per lo shopping e poi staccare dalla frenesia degli acquisti con qualcosa di diverso e molto tipico.

In conclusione Drumlanrig è un castello non troppo impegnativo e per tutte le stagioni.
Anche se non sulle rotte turistiche consuete non è una attrazione isolata. Infatti oltre al castello, nelle vicinanze,ci sono Loch Moor, grazioso lago dove campeggiare gratuitamente, e il parco nazionale del Galloway con la splendida strada sterrata che lo attraversa e che è percorribile anche con macchine non a trazione integrale.
Se siete naturalisti convinti non fatevi scappare questo angolo di Scozia!